La prematura scomparsa del Prof. Stefano Gandolfi priva il Dipartimento di Medicina e Chirurgia di una straordinaria figura di Clinico, di ricercatore e di docente appassionato.

Giovanissimo, era entrato come studente interno nell’Istituto di Patologia Generale dell’Università di Parma, rimanendovi sino alla Laurea. Sotto la guida del Prof. Angelo Borghetti, si era dedicato allo studio dei meccanismi di trasporto degli aminoacidi in una linea cellulare immortalizzata di fibroblasti. Già allora Stefano Gandolfi aveva dimostrato una precocissima passione per la ricerca, dando prova di un’eccezionale autonomia nel disegno e nella conduzione degli esperimenti. Dopo la laurea con lode in Medicina e Chirurgia era entrato nell’Istituto di Oftalmologia diretto dal Prof. Giovanni Maraini, ove aveva ottenuto la Specializzazione in Oftalmologia nel 1989. Durante il periodo della Specializzazione aveva inizialmente proseguito gli studi sperimentali sulla conduttanza di membrana e sul ruolo di modulazione di specifiche proteine del citoscheletro nel cristallino, per poi dedicarsi negli anni seguenti a studi clinici prevalentemente incentrati sul trattamento del glaucoma.

La carriera di Stefano Gandolfi nel campo dell’oftalmologia avanzò rapidamente negli anni successivi: Ricercatore nel 1994, Professore Associato nel 2000, Professore Ordinario nel 2002, Direttore della Unità Operativa di Oculistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e Presidente del corso di Laurea in Ortottica e Assistenza Oftalmologica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma. Molti sono stati i riconoscimenti nazionali ed internazionali per i suoi studi; tra i più prestigiosi, il primo premio della European Glaucoma Society nel 2004 e nel 2012, e la Lowe Medal dall'Australian-New Zealand Glaucoma Group ANZGIG nel 2012.

Nella cornice della migliore tradizione accademica, oltre che brillante ricercatore Stefano Gandolfi è stato un docente attento, sensibile e disponibile, profondamente persuaso dell’irrinunciabile funzione didattica nella trasmissione del sapere e del saper fare. E, sempre nell’alveo del più autentico spirito Universitario, Stefano Gandolfi è stato anche uomo di vasta cultura e di molteplici interessi. Appassionato di storia contemporanea, era conversatore arguto e spiritoso, sempre capace di leggere passato e presente attraverso la filigrana di una prospettiva originalissima, spesso inconsueta, immancabilmente brillante. Chi lo ha conosciuto non può non ricordarne la determinazione e la forza di volontà quasi prometeica, ma soprattutto l’ottimismo indefettibile e lo sguardo verso il futuro. E questa tensione rivolta al futuro, certo non meno importante dei risultati prestigiosi della sua intensa attività di ricerca, è l’insegnamento più prezioso che Stefano Gandolfi ci lascia.  

Prof. Giuseppe Regolisti

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