Parma, 5 giugno 2019 - Venerdì 7 e sabato 8 giugno, al Nuovo polo didattico dia via Kennedy - vicolo Santa Maria dell’Università di Parma (Aula K8), si terrà il 2° Corso Avanzato di Allergologia Pediatrica Le allergie difficili la continuità assistenziale dal Pediatra al Centro specialistico e ritorno.  Il Corso è organizzato dalle scuole di Allergologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria A. Meyer di Firenze.

Il convegno è presieduto da Carlo Caffarelli, Direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Parma, e da Giovanni Cavagni, Coordinatore regionale della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica Emilia-Romagna, che dirigeranno i corsi insieme a Elio Novembre, a capo dell’Allergologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria A. Meyer di Firenze

DATI SULL’AUMENTO DELLE ALLERGIE E LORO PRINCIPALI CAUSE
Secondo i dati riferiti dal Libro Bianco della World Allergy Organization, appena presentato al congresso dell'American Academy of Allergy, Asthma and Immunology, nel mondo ci sono oltre 300 milioni di asmatici, 400 milioni di persone con rinite allergica, centinaia di milioni di soggetti allergici che hanno una reazione ad alimenti, tra intolleranti e veri allergici calcolati approssimativamente in mezzo miliardo. La cosa più preoccupante è che vi è la tendenza a un incremento continuo delle allergie anche nel nostro Paese. Soprattutto nei centri urbani, negli ultimi 30 anni, la frequenza di alcune forme di allergia, come l’asma, la rinite e la dermatite atopica, sono raddoppiate o triplicate. In Italia si prevede che entro il 2020 un adolescente su due possa soffrire di rinite allergica.
Le cause di tutto questo sono strettamente legate agli stili di vita. Il nostro modo di vivere è molto cambiato, tanto che le allergie vengono oggi considerate il prezzo del progresso tecnologico e del miglioramento della qualità della vita degli ultimi decenni. Infatti è stato dimostrato come i bambini cresciuti in campagna o nei masi di montagna abbiano una probabilità di allergie molto inferiore rispetto ai bimbi di città, e questo pare in rapporto con la precoce esposizione a un gran numero di batteri e con le infezioni durante l'infanzia. Il sistema immunitario, impegnato a combattere contro i germi ambientali, sarebbe così meno indirizzato a sviluppare reazioni allergiche contro sostanze di per sé innocue, come invece accade nell'allergico. In Italia si è passati da un 10% della popolazione che nel 1950 soffriva di una manifestazione allergica alla frequenza attuale di oltre il 30% della popolazione, compresi bambini e ragazzi. È stato proposto che fin dal momento del parto un ambiente eccessivamente igienizzato possa impedire al sistema immunitario del neonato di interagire precocemente con i germi, che giocano un importante ruolo nell’orientamento dell’attività immunitaria. Tutto ciò favorirebbe invece l’orientamento a riconoscere, come “nemici”, elementi innocui come i più comuni alimenti (latte e uovo), pollini e altre sostanze che entrano normalmente in contatto con la pelle. A questo è imputato l’aumento delle allergie che ha caratterizzato negli ultimi decenni tutti i paesi sviluppati, come l’Italia. Se a tutto questo si aggiunge il peggioramento della qualità dell'aria che respiriamo, a causa dello smog (corpuscolato e prodotti della combustione) e del fumo di sigaretta, si spiega l’aumento di asma e allergie. È un sistema immunitario già "indebolito", esposto continuamente all’aggressione di polveri e vapori con effetti pro infiammatori, che rischia di esprimere una risposta esagerata di tipo allergenico.
Le allergie in crescita sono quelle respiratorie, seguite dalle allergie alimentari. I bambini allergici a latte, uova, nocciole e altri alimenti sono raddoppiati. Il riscaldamento globale aumenta la liberazione dei pollini allergizzanti e allunga la stagione degli starnuti: negli ultimi anni basta il primo sole per veder impollinare il nocciolo, la parietaria e le graminacee, a volte già all'inizio di marzo. In Italia, il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale che, nell’80% dei casi, è associata e scatenata da allergie, il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10% può presentare dermatite atopica. In Italia settentrionale e in Emilia-Romagna l’allergia più frequente è quella al polline di graminacee, che colpisce oltre il 60% dei bambini allergici in età scolare con rinite, congiuntivite e asma bronchiale soprattutto tra marzo e giugno. È sempre più comune anche la sensibilizzazione all’Alternaria, una muffa dell’ambiente esterno e tipica delle zone umide.

OBIETTIVI DEL CORSO
Il corso prende spunto dall’incremento delle malattie allergiche diventate oggi una vera e propria malattia sociale. Si seguirà il modello formativo basato su un approfondito aggiornamento che si svilupperà seguendo un percorso che privilegi l’interattività e tocchi i principali argomenti di allergologia sempre attuali e sempre in divenire, “il sapere di più per curare meglio”. Durante l’evento i migliori specialisti dell’allergologia pediatrica italiana ed europea presenteranno e discuteranno con i partecipanti le novità del settore.

ALLERGIA RESPIRATORIA
Nel corso si discuterà delle problematiche legate all’allergia respiratoria, in particolare dell’asma, con l’obiettivo sia di controllare meglio la malattia sia di individuare soluzioni pratiche per rendere possibile l’accesso e la permanenza dei bambini allergici e/o asmatici nei luoghi dello sport, scolastici e di svago. È necessario che in questi luoghi gli ambienti e il cibo siano adeguati alle esigenze dei piccoli, e gli operatori scolastici e sportivi siano opportunamente informati e preparati sulle patologie allergiche e respiratorie. Inoltre, verrà dedicato ampio spazio all’evoluzione dell’allergia respiratoria non solo nel bambino più grande, ma anche nell’adulto.

ALLERGIE ALIMENTARI
Si farà chiarezza sui percorsi diagnostici delle allergie alimentari e sui problemi di definizione e approccio alle malattie allergiche della pelle, in particolare dermatite atopica e orticaria angioedema.Inoltre si affronterà il tema delleintolleranze alimentari, che non sono allergie, colpiscono il 10% dei bambini, ma spesso vengono confuse con le allergie alimentari gravi che riguardano, invece, fortunatamente solo il 3-4% dei bambini. È quindi opportuno, prima di eliminare qualsiasi alimento dalladieta, sottoporre i bambini che presentano problemi legati al cibo ad accertamenticlinici adeguati in centri di riconosciuta specializzazione. Senza un inquadramentoclinico complessivo e adeguato, si rischia infatti di compromettere l’apporto nutrizionale necessario alla crescita.Inoltre verrà dedicato spazio alle terapie volte a desensibilizzare i “superallergici” alimentari.

NUOVE STRATEGIE DI PREVENZIONE E CURA
Poiché le allergie sono così diffuse, grande importanza hanno le nuove strategie messe in campo per la loro prevenzione. Nel corso verranno quindi presentate le novità in questo settore, in particolare il ruolo che possono avere l’alimentazione e il microbioma per prevenire la comparsa delle allergie. La novità assoluta sta nel perfezionamento della diagnostica allergologica, che alla tradizionale diagnostica cutanea con prick test affianca la sofisticata indagine molecolare delle immunoglobuline E: questa consente di chiarire rapidamente la diagnosi di difficili allergie, individuando le molecole per cui vi è una sensibilizzazione crociatae il singolo allergene causa invece dell’allergia, e rendendo così sempre più specifica laterapia con vaccini antiallergici.
I lavori si chiuderanno sabato 8 giugno affrontando argomenti particolarmente importanti e attuali, in particolare nell’ambito della “sostenibilità delle cure”. Si discuterà di strategie vaccinali sempre più efficaci, per non abbassare la guardia dando per scontati traguardi che sembravano stabilmente raggiunti. E si proporrà un approccio alla gestione del bambino allergico in ambito scolastico e nell’ambulatorio del pediatra: una gestione che richiede anche di essere modulata con la realtà e gli interlocutori istituzionali e sociali dei diversi territori.

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