Ho cominciato a studiare e a conoscere il sonno grazie al mio maestro professor Mario Giovanni Terzano: per gli amici era semplicemente Nanni. Quando arrivai all’Università di Parma nel 1981, appena laureato e pieno di entusiasmo, Nanni mi accolse con freddo e disarmante realismo: se lavori con me non ti prometto di farti assumere in clinica ma ti insegnerò tutto quello che so. Se sarai bravo e paziente un giorno tutto questo ti servirà per la tua carriera. Capii che avrei dovuto sudare parecchio per stare al passo con una mente brillante, creativa e soprattutto anti-convenzionale. La sua vasta cultura spaziava oltre la medicina e la neurologia raggiungendo livelli altissimi anche nel campo dell’architettura, della botanica, delle religioni orientali. Era anche maestro di yoga e grazie al rigoroso controllo della mente e del corpo riuscì a partorire l’innovativo concetto di stabilità mentale e vegetativa del cervello che dorme.

Si lavorava di notte. Erano anni senza computer. Alla sera i tecnici montavano gli elettrodi sul capo del paziente e poi lo mettevano a letto. Eravamo turnisti volontari disposti a perdere la notte per osservare il sonno da vicino, per ascoltarlo, proteggerlo, stimolarlo. Esploratori ipnotizzati dal rumore dei pennini nel silenzio del laboratorio, rapiti dallo scorrimento della carta che si accumulava in pile gigantesche come pilastri di una cattedrale. Sulla carta i pennini disegnavano le tracce delle onde cerebrali, simboli del misterioso linguaggio del cervello. Ecco i microrisvegli, che quando appaiono si organizzano in sequenze come sciami di aironi in volo. Ecco la grande intuizione di Terzano: quegli eventi, apparentemente banali, formano un disegno, una trama netta e riconoscibile: il CAP (cyclic alternating pattern). Un acronimo, coniato a Parma, ma che è diventato una sigla famosa in tutto il mondo come sinonimo di microstruttura del sonno. Durante il CAP le onde cerebrali si inseguono e oscillano in una danza perfetta sintonizzata con il resto dell’organismo. Senza CAP non c’è equilibrio, non c’è coesione tra i vari sistemi che ci consentono di sopravvivere nell’incoscienza del sonno.

Grazie alla scoperta del CAP e delle sue applicazioni cliniche, Terzano diventa un personaggio di fama internazionale anche se le resistenze contro la nuova visione del sonno assumono talvolta toni polemici irruenti. Ma gli studi sulla microstruttura confermano l’intuizione originale e il Tempo è sempre galantuomo: nel 2000 i maggiori esperti nordamericani del sonno decidono di venire a Parma per concedere a Terzano e alla sua Scuola l’onore delle armi. Nel frattempo Nanni, nominato nel 1997 professore ordinario di Neurologia, viene eletto Presidente dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), e riceve nel 20212 il Premio Moruzzi con il Pisa Sleep Award e nel 2016 il premio internazionale Antonio Arrigo nel solco della prestigiosa tradizione della neurofisiologia clinica italiana.

L’opera di insegnamento prosegue incessante e generosa. Il Centro di Medicina del Sonno, fondato dal professor Terzano, diventa un laboratorio di ricerca e formazione della rete europea ospitando decine di studiosi che arrivano da ogni parte del globo per imparare il CAP e ascoltare le lezioni del maestro. I suoi innumerevoli allievi lo ricordano e lo ringraziano per la passione, l’umanità e l’originalità del suo pensiero, mai confinato nell’angusto confine della specializzazione isolata, ma sempre alla ricerca dell’intersezione e della contaminazione feconda. Grazie Nanni per averci contagiati con la tua curiosità e la tua intelligenza. Per non avere mai temuto il confronto aspro ma sincero. Grazie per essere stato un docente moderno e multidisciplinare. Per avere condiviso quelle notti magiche quando il sonno diventava un modello affascinante e unico per studiare il lato nascosto della fisiologia, della medicina e della vita.

 

Prof. Liborio Parrino

Direttore Centro di Medicina del Sonno

Università di Parma

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