Parma, 20 ottobre 2017 - Nella ricerca servono attrezzature, ma la differenza la fa il capitale umano. Forte di questa convinzione Avoprorit, l’Associazione che da oltre 35 anni opera nella prevenzione e nella diagnosi precoce delle neoplasie, ha finanziato nel 2017 cinque borse di studio, per un valore complessivo di 77 mila euro, destinate a giovani ricercatori con l’obiettivo di portare avanti altrettanti progetti di ricerca in campo oncologico.

«La ricerca e la prevenzione sono i nostri obiettivi, da sempre – ha dichiarato la presidente di Avoprorit Ivana Delmontemettiamo a disposizione dei cittadini visite specialistiche gratuite, collaboriamo a campagne di screening, facciamo servizio di volontariato in hospice ai malati terminali e, ovviamente, siamo orgogliosi di poter partecipare a progetti di ricerca dell’Azienda ospedaliera e dell’Università. Negli anni, e ne sono passati più di 35, abbiamo comprato anche moderne apparecchiature, ma crediamo sia altrettanto importante sostenere giovani ricercatori che possano dare il loro contributo all’Ospedale di Parma».

Per l’Azienda ospedaliero-universitaria sono state coinvolte le strutture complesse di Oncologia medica diretta da Francesco Leonardi, Urologia diretta da Umberto Maestroni e Maxillo facciale guidata da Enrico Sesenna. Per l’Università di Parma i finanziamenti sono stati destinati al Laboratorio di Psicologia clinica di Carlo Pruneti per un progetto in collaborazione con la ginecologia e al Laboratorio di Oncologia sperimentale di cui è responsabile Pier Giorgio Petronini.

Ai sentiti ringraziamenti dei direttori dei reparti e dei laboratori ad Avoprorit per la collaborazione sempre preziosa e sempre presente si sono unite le parole del direttore generale dell’Azienda ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi e del rettore vicario dell’Università Giovanni Franceschini che hanno sottolineato come la qualità della ricerca vada di pari passo alla qualità dell’assistenza. E i progetti finanziati da Avoprorit vanno in questa direzione: studiare trattamenti sempre meno invasivi ma sempre più mirati sulle caratteristiche dei pazienti, cogliere con anticipo i segnali di allerta, migliorare la percezione di sé nelle donne colpite da neoplasie. Perché, hanno concluso Fabi e Franceschini “dove c’è buona ricerca, c’è buona assistenza”.

Gli studi finanziati servono a…

U.O. Oncologia medica – Azienda Ospedaliero-Universitaria diretta dal dott. Francesco Leonardi
Polmoni. A caccia del dna nel sangue e nel respiro
Le alterazioni del DNA sono alla base dello sviluppo dei tumori e la loro caratterizzazione ha permesso di sviluppare terapie farmacologiche a bersaglio molecolare. Ad oggi, per ricercare le mutazioni nel DNA dei tumori solidi si parte da tessuto tumorale prelevato tramite biopsia o intervento chirurgico. La novità del progetto consiste nel verificare, nell’ambito della neoplasia polmonare, che le stesse informazioni genetiche possano essere ottenute analizzando il DNA che il tumore rilascia nel sangue, nelle urine e nel condensato dell’esalato evitando procedure invasive per i pazienti.

U.O. Urologia – Azienda Ospedaliero-Universitaria diretta dal dott. Umberto Maestroni
Prostata. Più professionisti per una diagnosi più mirata
La borsa di studio è destinata al potenziamento dell'attività ambulatoriale nell'ambito del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) del tumore della prostata, con particolare riferimento all'ulteriore sviluppo dei rapporti tra i reparti coinvolti nel percorso e i medici di medicina generale. Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) è un approccio multidisciplinare integrato che offre la migliore garanzia di qualità e di efficienza per i pazienti affetti da neoplasia della prostata, in quanto permette un trattamento personalizzato in base alle caratteristiche della malattia, alle condizioni di salute generale del paziente e alle sue aspettative, per una totale presa in carico del paziente. Elemento cardine nel processo è legato anche alla valutazione multi-specialistica ed alla condivisione delle opzioni di cura, al fine di mettere in atto, ove possibile, procedure mirate alla prevenzione o alla riduzione delle complicanze legate al trattamento.

U.O. Maxillo-facciale – Azienda Ospedaliero-Universitaria diretta dal prof. Enrico Sesenna
Cavo orale. Eliminare la lesione per ridurre l’insorgenza del tumore
Il tumore del cavo orale si manifesta spesso nelle fase iniziale della malattia, con lesioni precancerose. Da questa premessa, prende spunto il progetto di ricerca sviluppato, con il prezioso aiuto della borsa di studio Avoprorit, dal titolo: "Laser terapia nelle precancerosi del cavo orale: studio prospettico”. Dalle osservazioni cliniche e dalla moderna letteratura, si evince che la precoce, accurata e soprattutto mininvasiva eliminazione - mediante laser Diodi a bassa potenza (4-6 watt) - delle precancerosi orali, possa limitare l’insorgenza della malattia tumorale vera e propria con un miglioramento della qualità di vita dei pazienti oltre che dei parametri di sopravvivenza.

Laboratorio di Oncologia Sperimentale – Università di Parma, responsabile prof. Pier Giorgio Petronini
Alla ricerca di nuovi bersagli per colpire il tumore da amianto
Il tumore maligno della pleura è una neoplasia estremamente aggressiva, con prognosi infausta, associata all’esposizione alle fibre di amianto. Il progetto di ricerca - che ha per titolo: “Caratterizzazione molecolare e nuovi approcci terapeutici nel trattamento del mesotelioma pleurico maligno”- prevede uno studio approfondito della biologia molecolare del mesotelioma al fine di identificare nuovi bersagli molecolari verso cui indirizzare innovative strategie terapeutiche. Lo studio vede coinvolti ricercatori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia ed è svolto in collaborazione con l’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e con il gruppo di Patologia Toracica dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) di Meldola.

Laboratori di Psicologia Clinica, Psicofisiologia Clinica, Neuropsicologia Clinica – Università di Parma, responsabile prof. Carlo Pruneti
La malattia allo specchio. Un disagio che colpisce la psiche
Uno studio preliminare condotto su 38 donne affette da cancro ovarico ha rilevato che la variabilità della frequenza cardiaca e la qualità della vita in queste pazienti risultano alterate ed in parte influenzate dal livello di adattamento psicologico. Nello specifico, è emerso che il campione di donne dai 61 anni in su, manifesta un maggior disagio verso il proprio aspetto fisico. E significativamente più alto rispetto a donne con cancro al seno con o senza mastectomia. Lo studio sostenuto da Avoprorit si propone di ampliare la raccolta dei dati con l’obiettivo di valutare come le donne colpite da neoplasia alle ovaie reagiscano alla malattia, quale percezione abbiano del proprio corpo e quale gestione dell’affettività positiva e negativa oltre alla variabilità della frequenza cardiaca sulla qualità della vita percepita. E quindi di valutare l’efficacia di un intervento clinico psicologico nell’amplificazione dell’adattamento psicologico alla patologia e nel miglioramento della qualità della vita, rispetto a eventuali gruppi controllo (No trattamento-diverso trattamento).

AVOPRORIT (Associazione Volontaria Promozione Ricerca Tumori) è attiva sul territorio di Parma e provincia sensibilizzando la collettività sul tema delle malattie di natura oncologica. Da oltre 35 anni opera con impegno, costanza e professionalità nella promozione della diagnosi precoce, nella prevenzione e nella ricerca. E’ a disposizione del cittadino con ambulatori gratuiti dove Medici specialisti eseguono visite per la prevenzione delle malattie tumorali, con campagne di screening in collaborazione con l’USL e svolge inoltre attività di assistenza domiciliare e servizio di volontariato in hospice al malato terminale. Organizza conferenze e seminari per promuovere lo studio e la ricerca e opera regolarmente campagne di raccolta fondi per l’acquisto di moderne apparecchiature e per l’istituzione di assegni di ricerca.

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