Parma, 31 luglio 2019 - Cambia casa e si rinnova negli spazi e nelle tecnologie l’Immunogenetica dei trapianti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Centro di riferimento regionale per l’immunologia dei trapianti renali e la tipizzazione dei tessuti.Il Centro di Parma associa, infatti, ad ogni donatore di organi disponibile in Emilia Romagna i pazienti in lista d’attesa che per le loro caratteristiche immunologiche e cliniche possano ricevere l’organo. Questa attività è fondamentale per permettere il buon esito dell’intervento, riducendo i rischi di rigetto o permettendone la diagnosi precoce. Sono stati 60 i trapianti effettuati al Maggiore nel 2017, 51 nel 2018, e 43 i trapianti di rene eseguiti nei primi sette mesi del 2019.Nei nuovi spazi della struttura, recentemente trasferita al 1° piano del padiglione Cattani, trovano posto 4 locali per biologi e tecnici di laboratorio, 6 locali di servizio e 5 laboratori. I laboratori, vero e proprio cuore pulsante della struttura, implementati nelle tecnologie, sono stati dedicati al prof. Luigi Migone, clinico medico e nefrologo di fama mondiale.Migone a Parma dal 1958, prima come direttore della cattedra di Patologia speciale medica, poi come direttore della Clinica Medica dell’Università di Parma, portò avanti ricerche fondamentali sulla funzione e sulle malattie renali. Co-fondatore nel 1957 della Società Italiana di Nefrologia (SIN), di cui è stato segretario fino al 1966, nel 1997 fu nominato Presidente Onorario della SIN. Nel 1960 a Ginevra è stato uno dei fondatori della International Society of Nephrology. È stato membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e ha ricevuto la medaglia d’oro per i meriti della scienza e della cultura. La targa è stata scoperta questa mattina da Paola Zanelli, responsabile Immunogenetica dei trapianti, Pier Paolo Dall’Aglio, presidente Centro di bioetica Luigi Migone, insieme ai familiari, i figli Elisa e Paolo, il nipote Giovanni Campari, agli allievi del Prof. Migone, a Gabriela Sangiorgi direttrice del Centro di riferimento trapianti Emilia-Romagna, Pierantonio Muzzetto, presidente Ordine dei Medici di Parma, Elena Saccenti, direttore generale dell’Azienda Usl di Parma, Paolo Andrei, rettore dell’Università di Parma, e Massimo Fabi, direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.I laboratori, pensati già negli anni ’60 da Luigi Migone, si sono sviluppati a partire dagli anni ’70 grazie al lavoro pionieristico di Mario Savi, direttore della Genetica Medica fino al 2013, e Tauro Maria Neri, che ha ricoperto l’incarico fino al 2015, anno in cui la direzione della Genetica è stato affidata ad Antonio Percesepe.“Come diceva il mio maestro, il professor Savi – ha spiegato Paola Zanelli – il nostro è un lavoro spesso oscuro, ma fondamentale per l’obiettivo finale che è quello di ridare una nuova speranza grazie al trapianto”. “Oggi – ha aggiunto il rettore Paolo Andrei - celebriamo il futuro guardando alle nostre radici. Se siamo qui a inaugurare i nuovi laboratori dell’Immunogenetica è grazie al lavoro svolto in passato”.“La rete dei trapianti – ha precisato Gabriela Sangiorgi – si regge su un’attività d’équipe che coinvolge aziende e professionisti della Regione, quella dei trapianti è una catena in cui ogni specialista mette un proprio tassello”. “I nostri professionisti – ha concluso Massimo Fabi - grazie agli insegnamenti di chi li ha proceduti svolgono un lavoro corale, con una capacità di fare squadra che è la vera forza dell’Ospedale Maggiore di Parma”.I laboratori dell’Immunogenetica dei Trapiantisono attivi giorno e notte, 24 ore su 24, vista l’urgenza con cui le prove di compatibilità devono essere effettuate, per mettere in moto la catena che coinvolge nefrologi e chirurghi.Con la riqualificazione della struttura è aumentata anche la dotazione tecnologica con l’acquisto di un citofluorimetro, apparecchiatura che serve a svolgere le prove finali di compatibilità e di una PCR quantitativa, macchinario che permette la tipizzazione di tutti gli antigeni leucocitari in tempi molto rapidi.La tipizzazione HLA (Antigeni leucocitari umani), ossia la verifica che le cellule del donatore e del ricevente siano compatibili, insieme alla ricerca degli anticorpi diretti contro questi antigeni, sono attività fondamentali per il successo dei trapianti. “È un po’ come con i gruppi sanguini – ha spiegato Paola Zanelli – verifichiamo la tolleranza tra donatore e ricevente degli antigeni che sono espressi in tutte le cellule del nostro organismo”.L’investimento per la completa riqualificazione del Centro di Immunogenetica dei trapianti è stato di 450.000 euro, totalmente coperto da finanziamenti regionali. Di questi, 230.000 per la ristrutturazione degli spazi del Cattani e 220.000 euro per le apparecchiature.Tra le principali collaborazioni del laboratorio di Immunogenetica figura il Centro Trapianti midollo osseo, per cui il laboratorio esegue la tipizzazione HLA in alta risoluzione dei pazienti e dei loro possibili donatori (familiari o non consanguinei), controlla la presenza eventuale di anticorpi nei candidati al trapianto e, una volta avvenuto il trapianto, ne monitora l’attecchimento, mediante analisi del DNA.La struttura è inoltre sede del Centro di Parma del Registro italiano donatori midollo osseo, collabora con la locale sede ADMO ed esegue i test di conferma per i donatori selezionati e tutte le procedure in caso di donazione di cellule staminali emopoietiche o di midollo osseo, in collaborazione con le unità operative di Ematologia e CTMO e Immunoematologia e Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. La tipizzazione HLA viene inoltre eseguita per valutare gli aspetti immunologici di alcune malattie, come la celiachia, il diabete mellito, la spondilite anchilosante, o effetti avversi di farmaci, tra cui uno utilizzato nella terapia dell’AIDS.