Parma, 11 maggio 2018 - Si è tenuto a Dublino dal 29 aprile al 4 maggio il “32nd International Congress on Occupational Health – ICOH 2018”, manifestazione triennale cui hanno partecipato oltre 2300 delegati di 93 paesi. Come nelle altre edizioni, la delegazione italiana è stata numerosa, con oltre un centinaio di partecipanti. In occasione dell’Assemblea Generale dell’International Commission on Occupational Health (ICOH) il Prof. Antonio Mutti, ordinario di Medicina del Lavoro dell’Università di Parma, è stato eletto socio onorario, prestigioso riconoscimento riservato all’1% dei membri e motivato dal contributo dato sia alla comunità scientifica internazionale sia alla vita associativa della Commissione. In passato, il riconoscimento era stato assegnato ad altri tre professori italiani: Enrico Carlo Vigliani, Vito Foà e Pier Alberto Bertazzi, tutti della Clinica del Lavoro di Milano, intitolata a Luigi Devoto, fondatore della Clinica e co-fondatore dell’ICOH.Durante la manifestazione sono state anche rinnovate le cariche sociali per il triennio 2018 – 2020: il Prof. Sergio Iavicoli è stato confermato Segretario Generale, mentre il Presidente della Società Italiana di Medicina del Lavoro, Prof. Francesco Saverio Violante, è stato eletto membro del Board.Con oltre un secolo di vita (è nata nel 1906) l’ICOH costituisce la più antica società scientifica internazionale di Medicina del Lavoro, riconosciuta dall’ONU come organizzazione non governativa, con strette relazioni di collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). La storia dell’ICOH si intreccia, fin dalla sua costituzione, con quella della Società Italiana di Medicina del Lavoro: entrambe le associazioni scientifiche e professionali sono impegnate a sviluppare la formazione continua e l’attività scientifica dei medici del lavoro e di tutte le figure professionali del mondo accademico, del settore pubblico e di quello privato, coinvolte nella tutela della salute dei lavoratori, per far sì che il posto di lavoro sia sicuro e che i lavoratori più vulnerabili siano assistiti, senza per questo essere stigmatizzati o discriminati.Sul tema delle interazioni gene-ambiente e sulle insidie della Tossicologia e dell’Epidemiologia Molecolari, ilprof. Mutti ha tenuto un’apprezzata lezione magistrale in un’affollata sessione plenaria. Oltre a una rassegna delle conoscenze maturate in quarant’anni di ricerca sul campo, la relazione ha toccato argomenti di attualità e le prospettive che si aprono nell’era della Medicina “personalizzata” e “di precisione”. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale applicata all’enorme quantità di dati reperibili dalle fonti più varie, accessibili attraverso internet, le strade dell’identificazione e della valutazione del rischio e della prevenzione primaria possono divergere per strategia e metodologia da quelle della diagnosi e della terapia di patologie multifattoriali. La soluzione dei problemi, specie di quelli più complessi, potrà essere facilitata dall’utilizzo di nuove tecnologie informatiche, ma senza dimenticare che la tecnologia sarà sempre insufficiente in assenza di rigore metodologico e del quadro concettuale necessario all’interpretazione dei dati e alla definizione delle priorità di intervento finalizzato alla prevenzione.