È Sir Richard Peto il nuovo professore ad honorem dell’Università di Parma. All’illustre epidemiologo britannico è stato conferito il titolo di professore ad honorem in Respiratory Medicine questa mattina all’Auditorium Paganini, in una cerimonia che ha segnatol’inizio ufficiale del “Respiration Day 2017”: il convegno internazionale, interamente dedicato alle malattie respiratorie, è giunto alla 13° edizione e registra oltre 700 delegati provenienti da più di 30 paesi.Sir Richard Peto, epidemiologo di fama mondiale il cui nome è legato soprattutto a studi fondamentali sui rischi del fumo, scrive dunque il suo nome nell’Albo dei professori ad honorem dell’Università di Parma, unendosi così all’imprenditore Gian Paolo Dallara, al regista, pittore e scrittore Peter Greenaway, all’imprenditore Valter Mainetti e al giornalista Luca Abete.In apertura hanno portato i saluti di benvenuto Dario Olivieri, Referente scientifico del “Respiration Day”, già Professore ordinario di Malattie respiratorie all’Università di Parma, e Paolo Chiesi, Presidente della Fondazione Chiesi. A seguire l’intervento del Pro Rettore vicario dell’Università di Parma Giovanni Franceschini, che ha ricordato la motivazione con cui il Senato Accademico lo scorso 21 febbraio ha approvato all’unanimità la proposta del Rettore di conferimento del titolo, per l’ambito “Medico chirurgico e della salute umana” nella disciplina “Medicina Respiratoria”: «Sir Richard Peto è Professore di Statistica Medica ed Epidemiologia presso l’Università di Oxford, nella quale ha sviluppato tutta la Sua carriera scientifica, fondata su una trentennale collaborazione con Sir Richard Doll, tra i pionieri dell’utilizzo della statistica nella sperimentazione clinica. Richard Peto nel 1999 è stato nominato Sir per meriti scientifici e nel 2011 ha ricevuto il titolo di dottore honoris causa in Scienze Mediche presso la Yale University. Il suo nome è legato a numerosi studi epidemiologici fondamentali, come quelli sugli effetti del fumo sulla salute, sulla stima del contributo dei fattori di rischio prevedibili nello sviluppo della patologia tumorale. Le sue indagini hanno contribuito a cambiare le politiche dei governi nei confronti del tabagismo e hanno aiutato molti fumatori a smettere di fumare. L’H-index di Richard Peto è 130 e sono circa 30 i suoi lavori originali citati più di mille volte», ha spiegato il Pro Rettore vicario, sottolineando il prestigio del contesto (il “Respiration Day”) in cui si è svolta la cerimonia: «Questo contesto di studiosi e ricercatori pervenuti da molte parti del mondo – ha detto rivolto a Sir Richard Peto -rappresenta la degna cornice per la Sua alta opera di studioso e di ricercatore e rende questo nostro omaggio a Lei ancora più significativo».È stato poi Alfredo Antonio Chetta, Professore ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio al Dipartimento di Medicina e Chirurgia, a leggere la motivazione del conferimento. «Il Professor Peto ha pubblicato centinaia di lavori originali e rassegne sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali e su raccolte di atti congressuali. Egli è attualmente tra i più citati ricercatori al mondo in campo medico. È inoltre uno dei più importanti epidemiologi di fama mondiale. Nel campo delle malattie respiratorie il lavoro del Professor Peto ha incontrovertibilmente provato gli effetti nocivi del fumo di tabacco», ha spiegato il prof. Chetta, che ha poi aggiunto: «Oltre agli effetti del fumo sulla funzione polmonare, il lavoro del professor Peto comprende numerosi studi di fondamentale importanza sulle cause del cancro, con la dimostrazione dei meccanismi molecolari del tabacco che mediano danno cellulare e mutazioni del DNA».Dopo la consegna della pergamena di professore ad honorem, appositamente realizzata per l’evento dall’artista Giorgio Tentolini, Sir Richard Peto ha tenuto la sua lezione magistrale, Pulmonary and extrapulmonary effects of cigarette smoking, nel corso della quale ha tra l’altro sottolineato come la scelta di smettere di fumare abbia enormi riflessi positivi sulla salute delle persone: «Chi smette di fumare – ha spiegato lo studioso - ha comunque un beneficio in termini di qualità della vita e longevità, e prima si smette di fumare maggiori sono le probabilità di vivere più a lungo. In particolare, smettere entro i quarant’anni riduce i rischi fino al 90%».