Domenica 18 ottobre, nel contesto del Congresso Nazionale “Panorama Diabete” della Società Italiana di Diabetologia, a Riccione, la prof.ssa Alessandra Dei Cas, docente di Endocrinologia all’Università di Parma e dirigente medico dell’Unità operativa di Endocrinologia all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, presenterà il disegno sperimentale dello studio clinico “Exenatide a lunga durata di azione: un possibile strumento nel rallentamento della progressione del declino cognitivo in pazienti con disglicemia/prediabete?”, appena approvato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).Lo studio, di cui Alessandra Dei Cas è l’investigatore principale, ha vinto un finanziamento su base competitiva nazionale nel “DRINN Project – Bando di Concorso in Diabetologia”, promosso da Prex e sostenuto con il supporto incondizionato di AstraZeneca.Lo studio, che inizierà nei prossimi giorni con la fase di reclutamento dei pazienti, vede la collaborazione fra la Divisione di Endocrinologia (Università di Parma e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma) diretta dal Prof. Riccardo Bonadonna, l’Unione operativa “Gestione Demenze” (Università di Parma e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma) e il “Centro per i Disturbi Cognitivi” (Università di Parma e AUSL di Parma), entrambi diretti dal prof Paolo Caffarra, e il Centro di Brain Imaging (Dipartimento di Neuroscienze) diretto dal Prof. Giacomo Rizzolatti. Lo studio è un tipico esempio di “proof-of-concept study” ed esplorerà il potenziale di un farmaco (exenatide a lento rilascio), già in commercio per la cura del diabete di tipo 2, nel rallentare o interrompere il declino funzionale e cognitivo dei pazienti con “Mild Cognitive Impairment”, una fase clinica che precede la comparsa della Malattia di Alzheimer.Il diabete e la Malattia di Alzheimer riconoscono meccanismi comuni di malattia, sui quali è plausibile possano agire i farmaci anti-diabete della classe dell’exenatide a lento rilascio. I potenziali effetti del farmaco, oltre che con test cognitivi specifici, verranno studiati anche attraverso l’analisi del “connettoma” cerebrale, valutato mediante risonanza magnetica funzionale, che permette di visualizzare la mappa dei circuiti cerebrali attivi coinvolti anche nei processi di memoria e conoscenza.Si stima che in Italia vi siano oltre mezzo milione di persone affette da Malattia di Alzheimer e almeno altrettante affette da “Mild Cognitive Impairment”. Il fardello complessivo – personale, medico e sociale – imposto dalla Malattia di Alzheimer è immenso. Al momento, non esiste alcuna terapia in grado di rallentare o interrompere la progressione da “Mild Cognitive Impairment” a Malattia di Alzheimer, che è l’unica fra le 10 principali cause di morte che non può essere prevenuta, trattata o rallentata nella sua evoluzione.