Parma, 30 maggio 2024 – Un confronto allargato su un tema di stringente attualità: per una riflessione a più voci capace di travalicare il contesto locale e di diventare anche occasione di proposta di interventi e strategie. Questa l’idea di fondo del convegno nazionale Per un’Università libera da molestie e violenze di genere. Ricerche, esperienze e proposte di intervento negli atenei italiani, che oggi all’Università di Parma ha riunito studiose/i ed esperte/i di numerosi Atenei italiani.
L’iniziativa, organizzata dall’Ateneo con il Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale – CIRS, e il Comitato Unico di Garanzia – CUG, intendeva innanzitutto presentare gli esiti di un’indagine realizzata all’Università di Parma: una ricerca promossa dal CUG e condotta dal CIRS per analizzare in che misura e in che forme le persone che studiano o che lavorano all’Università di Parma hanno incontrato la problematica delle molestie e delle violenze di genere dentro o fuori dal contesto accademico. Ma il convegno voleva offrire appunto anche l’opportunità di conoscere come in questi anni altri atenei e soggetti universitari si sono attivati attraverso ricerche, progetti, iniziative per contrastare la cultura della violenza e della discriminazione.
“Questa giornata – ha osservato in apertura il Rettore Paolo Martelli - rappresenta un momento importante per tutta la comunità accademica della nostra città e del nostro paese. Siamo consapevoli che quello delle molestie e delle violenze di genere sia un problema radicato culturalmente e diffuso in modo trasversale in tutti i contesti sociali, e che l’Università da questo punto di vista non faccia eccezione. Ma siamo anche convinti che oggi stiano aumentando la sensibilità e la consapevolezza rispetto a questi temi, e crediamo che l’Università sia il luogo giusto per discuterne e per impostare insieme strategie di prevenzione, di tutela, di contrasto e auspicabilmente di superamento. La stessa indagine promossa dal Comitato unico di garanzia dell’Ateneo e condotta dal Centro interdipartimentale di ricerca sociale è a mio avviso molto significativa: abbiamo voluto analizzare il fenomeno e definirne i contorni, condizione necessaria per poter capire e per definire linee d’azione. Questo è un modo fattivo per confermare l’impegno del nostro Ateneo nel contrasto alla cultura della violenza e della discriminazione: è un impegno che sentiamo nostro e che rinnoviamo con vigore e con profonda convinzione”.
In mattinata, dopo i saluti della Vicepresidente del CUG Veronica Valenti, della Direttrice del CIRS Chiara Scivoletto e della Consigliera di fiducia Arianna Enrichens, si sono succedute due sessioni: nella prima (I contesti, le forme e le conseguenze delle molestie e delle violenze) sono stati presentati da Tiziana Mancini gli esiti dell’indagine condotta all’Università di Parma, e sono intervenute Chiara Volpato (Università di Milano Bicocca), Giovanna Vingelli (Università della Calabria) e Laura De Fazio (Università di Modena e Reggio Emilia), discussant Chiara Imperato (Università di Parma); nella seconda (Percezioni, cause e interpretazioni del fenomeno) sono invece intervenute e intervenuti Silvia Fornari (Università di Perugia), Silvia Cervia (Università di Pisa), Marco Deriu (Università di Parma), discussant Maria Grazia Ferrari (Università di Parma).
Nel pomeriggio il reading teatrale Desdemona come stai?, a cura del Centro Universitario Teatrale di Parma, e la sessione Soggetti, reti e prospettive di intervento, con relazioni di Marina Calloni (Università di Milano Bicocca, Responsabile UN.I.RE - UNiversità Italiane in REte contro la violenza di genere), Patrizia Romito (Università di Trieste), Angela Carta (Università di Verona), Irene Biemmi (Università di Firenze), Carla Sfamurri (Presidente del Consiglio del Personale tecnico amministrativo dell’Università di Parma), Samuela Frigeri (Presidente del Centro antiviolenza di Parma), discussant Azio Barani (Università di Parma).
RICERCA SULLE MOLESTIE DI GENERE IN CONTESTO DI STUDIO E DI LAVORO DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA
Il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni dell’Università di Parma (CUG) ha promosso, affidandola al Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale (CIRS), una “Ricerca sulle molestie di genere in contesto di studio e di lavoro e sulle violenze in contesto di smart working” finalizzata alla raccolta, in forma anonima, delle testimonianze di chi tra le studentesse e gli studenti, il personale tecnico-amministrativo e le/i docenti abbia subito o sia stato testimone di molestie all’Università, e più in generale a comprendere l’impatto della problematica della violenza sul benessere delle persone all’interno dell’Ateneo.
Diverse le attività: da un sondaggio on line rivolto alla comunità universitaria alle interviste qualitative, dai focus group alle interviste a testimoni privilegiate.
La ricerca è stata condotta da un’ampia équipe di ricercatori e ricercatrici di diverse aree disciplinari (sociologiche, giuridiche, psicologiche, antropologiche, demografiche) coordinata dal docente Marco Deriu, vicedirettore del CIRS e responsabile della ricerca, e composta da docenti o contrattiste/i dell’Università di Parma.
Il questionario è stato inviato ad aprile 2021 a tutta la comunità accademica (oltre 32mila persone). Il campione finale considerato per analizzare i dati è risultato composto da 3.842 persone, pari al 67.3% delle persone che si sono collegate al link del questionario e al 12% della popolazione di Ateneo di riferimento: una percentuale piuttosto significativa. Tra le 3.842 persone che hanno compilato correttamente il questionario, il 27.7% sono maschi e il 72.0% sono femmine, l’81.8% sono studenti/esse, il 9.8% docenti, l’8.3% unità di personale tecnico-amministrativo, mentre 3 persone (0,1%) appartengono a servizi esterni all’Ateneo.
I risultati raccontano di una comunità accademica sensibile al tema delle molestie e pronta a farlo emergere nelle occasioni, non frequenti, in cui esso si manifesta, sia nella forma di atteggiamenti o comportamenti piuttosto espliciti, sia in forme più sottili ma comunque lesive della libertà e dignità degli studenti e studentesse e di tutto il personale dell’Ateneo. A percepirsi vittime di violenza sono stati più gli studenti, e in particolare le studentesse, che il personale di Ateneo.
Le forme di molestie di cui i partecipanti e le partecipanti hanno dichiarato di essere stati più spesso vittima sono rappresentate dai comportamenti sessisti, mentre meno denunciati sono stati i comportamenti a sfondo sessuale, come quelli di coercizione e le attenzioni sessuali non desiderate.
Anche se rare, le molestie di genere o a sfondo sessuale sono percepite come presenti in Ateneo, come nei contesti online e in quelli domestici. Queste molestie si ripercuotono in modo significativo sul modo in cui le persone si sentono in termini di salute e sui sintomi psicologici di disagio che manifestano.
Se da un lato le risposte alla survey restituiscono un quadro di sensibilità, dall’altro emerge anche che le persone che in Ateneo pensano di avere subito molestie di genere non sempre tendono a reagire in modo funzionale, magari anche a causa di comprensibili timori di non essere credute o tutelate pur a fronte di una presenza dell'Ateneo per supporto e tutela: è raro, infatti, che in questi casi le persone ricorrano alle autorità preposte, preferendo ricercare forme di supporto sociale informale oppure, aspetto più preoccupante, assumere un atteggiamento di accettazione passiva e fatalista evitando il problema.