Il primo caso di influenza a Parma causato da virus influenza di specie A è stato identificato il 12 dicembre, alle porte del picco epidemico, dal tampone faringeo di un bambino di 4 anni, ricoverato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, con sospetta infezione delle alte vie respiratorie che accusava sintomi di faringite. Il secondo caso causato da un virus influenza di specie B, il primo della stagione di questa specie, è stato diagnosticato ieri, 14 dicembre, nelle secrezioni bronchiali di un adulto di 50 anni con segni di infezione dell’apparato respiratorio.

L’identificazione è avvenuta nel Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Unità Operativa di Virologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diretta dalla Prof.ssa Adriana Calderaro, Coordinatore dell’Unità di Microbiologia e Virologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Parma e Direttore delegato dell’Unità Operativa di Virologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia.

Com’è noto, il virus influenza di specie A causa infezione e malattia nell’uomo con circolazione ed episodi epidemici ricorrenti generalmente collocati nella stagione invernale nei Paesi a clima temperato.

In tale ottica, il risultato ottenuto presso l’Unità di Microbiologia e di Virologia è molto rilevante non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche dal punto di vista epidemiologico, in considerazione del fatto che stiamo per entrare nella stagione invernale, in cui in genere si concentra il picco epidemico, causando casi di malattia in soggetti, come i bambini, che non avendo fatto esperienza di precedenti infezioni con tali virus, sono più suscettibili degli adulti ad ammalare e di solito rappresentano i primi casi di influenza della stagione epidemica.

La continua circolazione di questi virus favorisce ulteriormente la comparsa di nuove varianti virali che, di solito, segnano l’inizio della successiva stagione epidemica invernale.

Data l’elevata variabilità dei virus influenzali, con possibilità di riassortimento genico favorito dal loro genoma segmentato, di grande rilievo è anche la possibile emergenza di ceppi virali con nuove caratteristiche antigeniche, in grado di sostenere episodi epidemici di più vaste dimensioni e anche vere e proprie pandemie. La precoce identificazione di tali virus nei primi casi di malattia, come avvenuto in questa occasione, consente di agevolare anche studi di carattere epidemiologico.

La peculiare epidemiologia del virus influenza sottolinea la necessità di attuare controlli puntuali e di applicare metodi diagnostici sofisticati e relativi controlli di qualità, quali quelli in uso presso l’Unità di Microbiologia e Virologia dell’Università degli Studi di Parma, dove questi strumenti sono impiegati da ricercatori noti alla comunità scientifica internazionale come esperti della biologia di virus influenzali e dei rapporti tra tali virus e l’organismo ospite. Grazie a queste competenze scientifiche disponibili nel nostro Ateneo, si è stati in grado di permettere il rilevamento di questo importante agente di infezione in maniera precoce ed accurata.

 

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